Tuesday, March 6, 2012

lettera ad amnesty international

to: info@amnesty.it


Caro Amnesty,

Quando ero piccolo, mia mamma organizzava il gruppo locale di Amnesty
(siamo nel nord di olanda), e mi faceva spesso copiare le lettere che
chiedevano ai capi di stato dei paesi cattivi a liberare scrittore e
attivisti politici in prigione.

Penso che adesso sta accedendo proprio un caso simile in Italia. Tobia
Imperato è un ricercatore e scrittore che ha degli opinioni forse
scomodi, e adesso viene punito primo che c'è ancora stato un processo.
Copio qua sotto i contenuti di
http://www.infoaut.org/index.php/blog/comunicati/item/4167-tobia-imperato-e-al-terzo-giorno-di-sciopero-della-fame.

Spero proprio che potete includere anche sua causa nei vostri azioni buonissimi,

grazie molto per l'attenzione,

Jelle Gerbrandy

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Tobia Imperato, uno degli arrestati del 26 gennaio scorso, in arresti
domiciliari dal 13 febbraio, con il divieto di comunicare con persone
diverse da quelle che con lui coabitano, ha iniziato sabato 3 marzo
uno sciopero della fame.

Tobia protesta contro il rigetto delle richieste di autorizzarlo ad
assentarsi da casa per andare a lavorare presso l'Istituto Piemontese
per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea, dove
lavora da tempo come bibliotecario, e a comunicare con persone
estranee al suo nucleo familiare.

La sua attuale situazione di isolamento, imposta e mantenuta ad oltre
8 mesi dai fatti che gli vengono contestati,  si rivela per certi
versi deteriore rispetto  alla sua  precedente situazione carceraria,
dove almeno poteva scrivere lettere all'esterno, e sembra dettata, al
pari di quella degli altri indagati, da una logica esclusivamente
punitiva, del tutto sganciata da quei principi generali, di
adeguatezza e idoneità,  che regolano l'applicazione delle misure
cautelari nel nostro codice di rito.

La misura cautelare è stata imposta a Tobia perchè, secondo l'accusa,
egli si sarebbe contrapposto ad un poliziotto nel corso dello sgombero
del presidio della Maddalena il 27 giugno 2011.

In realtà, nelle foto prodotte dalla Polizia si vede unicamente un
contatto tra la mano di Tobia e l'avambraccio di un operatore delle
forze dell'ordine. Attraverso la testimonianza di una altro
manifestante presente al fatto e il reperimento di un filmato
scaricato dal web è stato possibile ricostruire integralmente la
scena.

Il contatto in questione avviene su un ripido pendio a fianco
dell'autostrada  ed è preceduto da un intervento piuttosto rude di
alcuni poliziotti che hanno appena buttato per terra un manifestante
con le mani alzate. Il contatto dura solo un paio di secondi, senza
che si possa apprezzare alcun intento violento da parte di Tobia.

Tobia ha sostenuto, con dichiarazione spontanea resa in
interrogatorio, di essersi aggrappato al poliziotto perchè stava
scivolando all'indietro. In effetti, dal filmato si vede che,
immediatamente dopo aver appoggiato la mano sul poliziotto, egli cade
all'indietro e scivola giù per la scarpata.

Resta veramente difficile comprendere come per una vicenda di questo
spessore si possa decidere di richiedere e di applicare una misura
cautelare.

1 comment:

Ziffo said...

Thank you for supporting the cause of Tobia and the Notav reasons.
I'm linking your post on the site: www.notav.eu to let the Notav people your contribution.
Fausto