Thursday, March 8, 2012

Free all Librarians!

Politicians and police in Italy have reacted rahter heavy-handedly against the (mostly but not exclusively) peaceful protests in Val di Susa [here is an aribitrary link from reuters that describes the present situation in relatively objective terms].

The following is a rather worrying development. Tobia Imperato, a writer and librarian, has been first arrested, and now placed under house arrest, under very flimsy evidence. He is awaiting trial [in Italy, this can take a long time.]

This is him. 



Below a rough translation of this statement

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Tobia Imperato was arrested on January 26, and from Februari 13 he has been under house arrest. He is not allowed to communicate with people other than those living in his house. Since the third of March he has been in hunger strike.

Tobia has filed requests to be allowed to go to  work - he is working as a librarian at the Piemontese Institute for the history of the Resistance and Contemporary Society, and to communicate with people other than is close family. Until now, these requests have been denied.

The present situation of isolation is in certain aspects worse than when he was in prison, whare at least he could write and receive letters. In fact, these relative heavy and [in Italy] unusual restrictions seem to be intended as a punitive measure.

Tobia is being accused of resisting against a police office during the evacuation of the Maddalena on June 27th. [OB: this is a long story. Very roughly, it was the closest to an OWS camp that Italy ever had.]

In the photographs that the police has provided, one sees only a contact between Tobia's hand and the arm of a police officer. From the evidence of another protester and a film on the internet, one can reconstruct what actually happened.  [OB: I did not find the film in question] 
The whole thing happened on a steep hillside near the highway, and the contact lasts only a couple of seconds. No violent action on Tobia's part is discernible.

Tobia has stated, when interrogated by the police, that he was holding on to the policemen because he was slipping backwards on the hillside.

If is certainly difficult to understand why such a small gesture as this must lead to a preventive measure so strong [remember that there is has been no trial yet, only an accusation]


Tuesday, March 6, 2012

lettera ad amnesty international

to: info@amnesty.it


Caro Amnesty,

Quando ero piccolo, mia mamma organizzava il gruppo locale di Amnesty
(siamo nel nord di olanda), e mi faceva spesso copiare le lettere che
chiedevano ai capi di stato dei paesi cattivi a liberare scrittore e
attivisti politici in prigione.

Penso che adesso sta accedendo proprio un caso simile in Italia. Tobia
Imperato è un ricercatore e scrittore che ha degli opinioni forse
scomodi, e adesso viene punito primo che c'è ancora stato un processo.
Copio qua sotto i contenuti di
http://www.infoaut.org/index.php/blog/comunicati/item/4167-tobia-imperato-e-al-terzo-giorno-di-sciopero-della-fame.

Spero proprio che potete includere anche sua causa nei vostri azioni buonissimi,

grazie molto per l'attenzione,

Jelle Gerbrandy

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Tobia Imperato, uno degli arrestati del 26 gennaio scorso, in arresti
domiciliari dal 13 febbraio, con il divieto di comunicare con persone
diverse da quelle che con lui coabitano, ha iniziato sabato 3 marzo
uno sciopero della fame.

Tobia protesta contro il rigetto delle richieste di autorizzarlo ad
assentarsi da casa per andare a lavorare presso l'Istituto Piemontese
per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea, dove
lavora da tempo come bibliotecario, e a comunicare con persone
estranee al suo nucleo familiare.

La sua attuale situazione di isolamento, imposta e mantenuta ad oltre
8 mesi dai fatti che gli vengono contestati,  si rivela per certi
versi deteriore rispetto  alla sua  precedente situazione carceraria,
dove almeno poteva scrivere lettere all'esterno, e sembra dettata, al
pari di quella degli altri indagati, da una logica esclusivamente
punitiva, del tutto sganciata da quei principi generali, di
adeguatezza e idoneità,  che regolano l'applicazione delle misure
cautelari nel nostro codice di rito.

La misura cautelare è stata imposta a Tobia perchè, secondo l'accusa,
egli si sarebbe contrapposto ad un poliziotto nel corso dello sgombero
del presidio della Maddalena il 27 giugno 2011.

In realtà, nelle foto prodotte dalla Polizia si vede unicamente un
contatto tra la mano di Tobia e l'avambraccio di un operatore delle
forze dell'ordine. Attraverso la testimonianza di una altro
manifestante presente al fatto e il reperimento di un filmato
scaricato dal web è stato possibile ricostruire integralmente la
scena.

Il contatto in questione avviene su un ripido pendio a fianco
dell'autostrada  ed è preceduto da un intervento piuttosto rude di
alcuni poliziotti che hanno appena buttato per terra un manifestante
con le mani alzate. Il contatto dura solo un paio di secondi, senza
che si possa apprezzare alcun intento violento da parte di Tobia.

Tobia ha sostenuto, con dichiarazione spontanea resa in
interrogatorio, di essersi aggrappato al poliziotto perchè stava
scivolando all'indietro. In effetti, dal filmato si vede che,
immediatamente dopo aver appoggiato la mano sul poliziotto, egli cade
all'indietro e scivola giù per la scarpata.

Resta veramente difficile comprendere come per una vicenda di questo
spessore si possa decidere di richiedere e di applicare una misura
cautelare.